di M. C. D’Annunzio
Negli ultimi anni si è registrata una netta crescita delle vendite delle bollicine italiane, soprattutto all’estero.
Cosa si intende per “bollicine”?
Le cosiddette “bollicine” sono i vini frizzanti e gli spumanti. Si distinguono dai vini fermi grazie alla presenza di anidride carbonica, la quale, prodotta durante la fermentazione, persiste nel vino donandogli la caratteristica effervescenza.
Per capire la tipologia e la qualità del vino è necessario osservare il perlage, cioè la forma e la velocità di risalita delle bollicine. Infatti, perle grandi, poco concatenate e, quindi, lente sono indicatrici di un vino di bassa qualità. Inoltre, la vorticosità delle bollicine permette di distinguere tra i vini frizzantini, quelli frizzanti e gli spumanti.
All’aumentare della complessità del vino e, quindi, delle sostanze disciolte in esso, il rilascio dell’anidride carbonica è ostacolato della viscosità e dalla densità del liquido, per cui si otterranno bollicine fini, numerose e persistenti. Questo tipo di perlage è indice di un’elevata qualità del prodotto e, come vedremo, è il frutto di metodi di fermentazione lunghi e complessi.
Non c’è festa senza spumante!
Lo spumante è sicuramente il vino frizzante più conosciuto. La fuoriuscita di schiuma e la possibilità di uno spettacolare lancio del tappo rendono questa bollicina perfetta per ogni tipo di festeggiamento e non solo. Infatti, lo stile brioso ed eccentrico dello spumante si presta, ormai, ai momenti di condivisione più disparati entrando a pieno titolo nei vini di consumo quotidiano.
Ciò che i più non sanno è che esistono ben 3 diversi metodi di spumantizzazione e ognuno di questi determina il pregio e il costo del vino prodotto.
- Metodo classico: partendo da uno o più vini fermi, si effettuano 2 fermentazioni e la seconda avviene direttamente in bottiglia per un lungo periodo che va dai 2 ai 3 anni. Vengono svolte delle procedure lunghe e complesse:
__la presa di spuma in cui si affina il perlage e si formano i caratteristici aromi
__il remuage, cioè l’aumento progressivo dell’inclinazione della bottiglia per separare i lieviti morti dallo spumante
__la sboccatura con cui viene rimosso il cilindro interno in cui si sono raccolti i lieviti esausti attraverso il congelamento dei colli delle bottiglie e la rimozione del tappo a corona
__il dosaggio, cioè l’aggiunta del liqueur d’expedition per recuperare il volume perso e determinare il grado zuccherino finale
Si ottengono vini strutturati e corposi con un perlage fine e persistente.
- Metodo Charmat: la seconda fermentazione avviene in autoclavi d’acciaio per un massimo di 6 mesi. All’imbottigliamento il vino sarà già pronto per essere gustato, per questo motivo questo metodo si presta alla produzione di grandi volumi di spumante. È semplice e veloce, permette l’utilizzo di vitigni aromatici e produce vini freschi e leggeri con un perlage grossolano, come il Prosecco.
- Metodo Ancestrale: la fermentazione si svolge in botti di acciaio inox dopo aver estratto i lieviti dalle bucce dell’uva tramite pressatura. Il processo si conclude, poi, direttamente in bottiglia, senza l’aggiunta di altre sostanze.
I dati parlano chiaro: le bollicine italiane sono in crescita
Negli ultimi anni il mercato del vino è stato messo a dura prova dal fluttuare dell’economia e dal cambiamento climatico che compromette la cura dei vitigni e la conseguente qualità del prodotto vinicolo. Nonostante ciò, la vendita delle bollicine Made in Italy è continuamente aumentata, testimoniando l’adattabilità dell’industria italiana alle condizioni avverse e al mutare dei gusti dei consumatori.
Il prodotto trainante di questo trend è il Prosecco, soprattutto nella sua versione spumantizzata. Grazie alla vinificazione attraverso il Metodo Charmat, il Prosecco rappresenta il miglior compromesso tra qualità e prezzo. La preparazione molto breve garantisce un costo contenuto rispetto allo Champagne, senza però privare il consumatore del brio di una bollicina raffinata.
Il Prosecco rappresenta circa la metà delle vendite di bollicine in Italia e si colloca al primo posto tra i vini esportati, seguito dall’Asti spumante. Tra i maggiori importatori troviamo gli USA (top buyer), il Regno Unito, la Germania, la Francia e la Polonia.
Il metodo classico italiano, tuttavia, non perde mai il suo fascino: Alta Langa, Oltrepò, Franciacorta e Trentodoc restano i 4 pilastri della spumantizzazione italiana, un vero e proprio evergreen per gli amanti delle bollicine più eleganti e costose.
Cosa ha garantito il successo delle bollicine Made in Italy?
- Cambiamento generazionale dei gusti
Sono aumentati i consumatori giovani tra i 18 e i 30 anni, questi prediligono i vini bianchi e le bollicine poiché si prestano perfettamente al momento di convivialità e socializzazione di un aperitivo tra amici o colleghi. Ciò è testimoniato dall’ascesa dello Spritz con il Prosecco come ingrediente principale.
- Preferenza di prodotti economicamente accessibili
I consumatori si sono mostrati fedeli agli spumanti italiani anche nei periodi di maggiore ristrettezza economica: piuttosto che rinunciare al lusso, hanno scelto marchi meno noti e vini meno costosi, come quelli prodotti tramite il metodo Charmat.
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